La fontana delle zizze che troviamo oggi in Via Giuseppina Guacci Nobile, sulla parte della chiesaa di Santa Caterina della Spina Corona, è oggi solo una copia, di quella originale che è conservata al Museo di San Martino.
Questa statua è un chiaro tributo a Partenope, la sirena che non riuscì ad ammaliare Ulisse e che si lasciò trasportare dalle acque fino a morire sull’isolotto di Megaride, dove fu fondata la città partenopea. La statua delle zizze, oltre al seno nudo, ha ali e piedi di uccello, appunto a simboleggiare la sirena. Fu fatta costruire nel 1490 e restaurare nel 1540 dal viceré di Napoli Don Pedro di Toledo. Alcuni storici antichi sostenevano che sotto questa scultura ci fosse un’altra fontana, ma oggi non se ne hanno tracce.
La fontana che zampilla acqua dal seno poggia i piedi sull’alto rilievo del Vesuvio e l’acqua che sgorga dalle “zizze” dovrebbe spegnere i fuochi del vulcano; è scolpita inoltre una viola che è simbolo della musica, il legame imprescindibile della sirena che con il suo canto attirava a se i marinai per impedire loro di ritornare dalle proprie famiglie, e infine una scritta: “Vesevi Syrena Incendia Mulcet” che purtroppo oggi non è più visibile ma che doveva servire a spegnere il fuoco sterminatore del vulcano, in un periodo dove ne San Gennaro, e ne la Madonna ci riuscivano. In realtà quel monito era rivolto a placare l’indole vulcanica dei napoletani, ma invece di capire il legame alla loro natura i partenopei continuarono a chiamare la statua “La fontana delle zizze”.
Per raggiungere la statua presso la chiesa di Santa Caterina della Spina Corona potete utilizzare due mezzi: la linea della Metro 2 e l’Autobus 55 che ferma alla stazione “Università”.