Lucio Dalla non è l’unico cantante italiano che oltre ad amare il Sud si sentiva un uomo del Sud. Amava Napoli più di ogni altra cosa al mondo e avrebbe voluto nascere proprio qui, nella nostra terra. E oggi, a poche ore dal concerto previsto a Paestum, Gianna Nannini rilascia un’intervista a la Repubblica, esprimendo il rispetto e l’attrazione che ha nei confronti della lingua napoletana.
Oggi la cantante senese si esibirà in un concerto a Paestum e ha raccontato al quotidiano quanto le piace cantare in napoletano anche se non lo fa spesso perché rispetta quello che è il nostro dialetto, una lingua a parte, con le proprie regole, che va studiata e imparata.
Stasera a Paestum potrei proporre qualche altro classico della canzone partenopea. Anche se sono di Siena, prima o poi ce la farò a diventare napoletana. Peccato non essere nata in questa terra che ha dato vita alla musica vera, quella che il mondo ci invidia. Mi piacerebbe incidere un disco in napoletano, ma è difficile avvicinarsi a un repertorio così ricco senza aver prima studiato la lingua. – Continua Gianna Nannini – Sembra quasi più facile cantare in inglese. Comunque parliamo di una cultura e di ritmi che mi affascinano da sempre, tant’è che per la mia tesi di laurea ho approfondito la conoscenza della tarantella, della tammorra e di altri canti popolari per capire come potrebbero evolversi nella sfera rock. Con Roberto Murolo, invece, ho avuto l’onore di duettare in “Anema e core”.