Il sangue di San Gennaro non si è sciolto. Il miracolo si ripete tre volte l’anno: il primo sabato che precede la prima domenica di maggio; il 19 settembre giorno del martirio e a dicembre.
Per questa terza data del 2016, il santo patrono della città non ha voluto saperne di fare miracoli. Nulla sono valse le preghiere dei fedeli, il sangue non si è liquefatto. Questo è ovviamente considerato dalla popolazione napoletana un segno infausto collegato ad altre tragedie del passato corrispondenti al mancato prodigio.
Magari il Santo si è anticipato e ha fatto male i conti. Quando il cardinale Crescenzio Sepe, ieri, ha estratto l’ampolla dalla teca il sangue si era già sciolto, solidificatosi poi appena lo ha estratto dalla cassaforte della Cappella del Tesoro.
Liquefazione del sangue di San Gennaro, miracolo o scienza?
Tuttavia, nei secoli, la scienza non è stata in grado di spiegare il fenomeno. L’unica spiegazione che riesce a dare che tale “prodigio” si attiva con il gesto del sacerdote quando muove l’ampolla, innescando così la liquefazione.
Ma questa spiegazione per i napoletani non ha molta importanza. Sono i fatti quelli rilevanti, e ogni volta che il sangue non si è sciolto sciagure catastrofiche si sono abbattute sulla città di Napoli.
QUANDO IL SANGUE NON SI È LIQUEFATTO. Ogni volta in cui San Gennaro non avrebbe fatto il miracolo corrispondono date difficile per la nostra città. È accaduto nel settembre del 1939 e 1940 che coincide con l’inizio della seconda guerra mondiale. Ancora nel settemBre del 1943 che corrisponde con l’occupazione nazista partenopea. Nel 1973 coincide invece con una pestilenza: la diffusione del colera nel capoluogo campano e nel 1980 invece con il terremoto disastroso dell’Irpinia. Queste date riguardano il nostro secolo, ovviamente esistono testimonianze ancora più antiche dove il mancato miracolo corrisponde con una tragedia partenopea.
QUANDO I NAPOLETANI LITIGARONO CON SAN GENNARO. Tuttavia in passato è capitato che il sangue si sia sciolto in una data al di fuori di quella ordinata. Ad esempio quando il 23 gennaio del 1977 Championnet, generale di Napoleone Bonaparte, entrò vittorioso a Napoli. I partenopei lo accolsero con dissenso ma lui ordinò al clero di ripristinare ordine e pace. Dopodiché si recò al Duomo e appena prese tra le mani l’ampolla di San Gennaro, il sangue si sciolse. Ancora oggi si parla del “miracolo di Championnet”, che ovviamente il generale utilizzò per cercare di ingraziarsi i favori del popolo, ma non ci riuscì, soprattutto quando il sangue si sciolse per la seconda volta fra le sue mani il 27 gennaio del 1978 tanto che il generale si commosse. Il memorialista Carlo de Nicola ne descrive la scena: “il generale avrebbe pianto nell’assistere di nuovo al miracolo”.
Intanto i napoletani erano adirati con il Santo che venne accusato di essere un partigiano della democrazia repubblicana a favore dei “giacobini”. Per questo, i partenopei, decisero di litigare con il santo. Dopo la caduta di Championnet lo sostituirono con Sant’Antonio da Padova. Un amore durato 15 anni fino a quando i napoletani decisero di far pace con San Gennaro rendendosi conto che il santo di Padova non funzionava contro il Vesuvio.