Non è Natale a Napoli se non scendono gli zampognari dalle montagne. O almeno, non lo era… oggi la figura dello zampognaro è davvero rara, addirittura se ne vediamo uno per strada genera quasi fastidio, ma questo uomo vestito in maniera eccentrica, anticamente, era il simbolo dell’arrivo del Natale.
Vestito con i con giubbotto di montone, cappello di velluto, ai piedi le zaricchie e un mantello nero, scendeva in città nei giorni dopo l’Immacolata Concezione, non ad elemosinare: quasi come un’artista di strada, suonava le nenie natalizie e i passanti e gli abitanti della città potevano festeggiare con lui offrendogli in cambio un po’ di frittura o vino.
Era quasi una figura mistica e non ci venite a dire che lo spirito natalizio non si rafforza quando ne passa uno. ‘O zampognaro, anche se attualmente se ne vedono pochi, è il simbolo del Natale partenopeo. Era un vero e proprio mestiere che anticamente veniva tramandato di padre in figlio. Simbolo delle novene natalizie si aggira per le strade cantandone e infondendo una magica atmosfera.
Con lui sembrava che giungesse anche il freddo, quasi ad annunciare l’inizio dell’inverno, anche se oggi le cose sono un po’ cambiate visto che si prospetta, anche quest’anno, un Natale tiepido e per niente gelido.
Per Napoli ‘o zampognaro è una figura importante, e si può diventarlo solo quando si compie una certa età (dunque scordate il fascinoso zampognaro “Antony” di Candy Candy, è pura utopia. Ndr). Intona delle nenie antichissime, come quelle scritte da sant’Alfonso Maria de Liguori, il santo protettore del quartiere Marianella, che scrisse le famosissime Tu scendi dalle stelle e Quanno nascette Ninno. Il prelato-avvocato utilizzò proprio lo strumento musicale della zampogna per insegnare le preghiere ai lazzarielli, affinché memorizzassero la nenia cantando.
La sua presenza, il suo modo di vestire in maniera semplice, quando si aggira per le strade della città suonando con il suo strumento a fiato, dovrebbe ricordarci l’umiltà della ricorrenza del Natale, diventata ormai una mera festa del consumismo mondiale.
LA ZAMPOGNA. Questo strumento a fiato arriva nella parte meridionale dell’Italia probabilmente dai greci per poi espandersi in tutta Europa e assumere diversi nomi. Ad esempio in Irlanda e Scozia viene definita cornamusa. La zampogna è realizzata con un otre di pelle di capra e ricoperta di pelo. Le canne, attraverso le quali si soffia per produrre la melodia, possono essere di diversa lunghezza. Inoltre la zampogna viene anche protetta dal malocchio, agghindata con amuleti, quali nastri e fiocchi rossi.