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giovedì, Novembre 21, 2024
Homestoria e leggendeEduardo De Filippo e il pernacchio napoletano: “una filosofia di vita”

Eduardo De Filippo e il pernacchio napoletano: “una filosofia di vita”

A Napoli il “pernacchio” è una filosofia di vita. È una dote innata nei cittadini partenopei che sanno sganciarlo al momento giusto. A farne una scuola di pensiero è stato il grande drammaturgo Eduardo De Filippo nel film “L’oro di Napoli”, dove spiega dettagliatamente quanti tipi di “pernacchio” esistono e come e quando vengono applicati.

Figlio mio, c’è pernacchio e pernacchio… Anzi, vi posso dire che il vero pernacchio non esiste più. Quello attuale, corrente… quello si chiama pernacchia. Sì, ma è una cosa volgare… brutta! Il pernacchio classico è un’arte. […] Il pernacchio può essere di due specie: di testa e di petto. Nel caso nostro, li dobbiamo fondere: deve essere di testa e di petto, cioè di cervello e passione. Insomma, ‘o pernacchio che facciamo a questo signore deve significare: tu sì ‘a schifezza ra schifezza ra schiefezza ra schifezza ‘e l’uommene! Mi spiego?

Tuttavia l’invenzione del pernacchio non può essere attribuita al popolo partenopeo. Ha origini molto antiche. Secondo una leggenda risale alle Guerre Sannitiche, quando appunto i sanniti sconfissero i romani presso le Forche Caudine costringendoli ai loro favori e deridendoli con un pernacchio, coprendosi la bocca posizionando le mani a forma di imbuto, facendo uscire dalla piccola fessura quel suono simile alla flatulenza, di quelle tuonanti. Un’altra leggenda, invece, lega questa pratica al popolo spagnolo che era solito fare il pernacchio per salutare gli esattori delle tasse.

Ad ogni modo a dare il giusto peso e valore al pernacchio sono stati grandi artisti partenopei come appunto Eduardo De Filippo e anche Tòtò nel film “I due Marescialli” ambientato nella Seconda Guerra mondiale dove l’epiteto puramente sonoro veniva emesso contro i nazisti. Un elogio al pernacchio lo troviamo anche nel film di Fellini con Alberto Sordi: “I Vitelloni”.

Nel capoluogo campano esiste anche Festival, “Razzie awards”, dove viene assegnato una sorta di “Oscar” al miglior pernacchio presentato durante la rassegna.

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