Non morirono come uomini ricchi, ma hanno arricchito il mondo intero con la canzone “‘O sole mio“. Scritta dal compositore Eduardo Di Capua, in collaborazione con il poeta Giovanni Capurro, l’ormai inno della città di Napoli è celebre in tutto il mondo.
Dietro questa partitura, e queste magnifiche strofe, si cela molto di più. Involontariamente diventato simbolo della napoletanità legato al fatto cha a “Napoli non piove mai” e il “Sole splende sempre alto in cielo”, quel Sole non è la stella che picchia forte sugli scogli di Mergellina. Ma è il volto di una donna. Il volto dell’amata del poeta e non proprio il “Sole di Napoli”.
Intonate questa strofa : “Ma n’atu sole // Cchiu’ bello, oi ne’. // ‘O sole mio // Sta ‘nfronte a te!” Con “oi ne’” di solito a Napoli si indica una donna, una “nennella” che può essere una bambina o anche la fidanzata, dolcemente apostrofata con questo nomignolo tutto partenopeo. Il sole più bello, quello dell’amore e tuttavia frainteso nelle centinaia di traduzioni di questa canzone.
Senza volerlo Di Capua e Capurro hanno inaugurato la stagione del “Sole” non sono nelle canzoni partenopee, ma in quelle del mondo intero. E nonostante quel sole, che in queste strofe è solo il riflesso sul volto della donna amata, ‘O sole mio rievoca in noi gli odori dei limoni di Sorrento, dei “panni spasi” nei vicarielli di Napoli, proprio lì “addò ‘o sole nun’ trase”. Un’alchimia che proietta nella nostra fantasia tutta la bellezza della città di Partenope. Versi che rievocano una umanità assoluta: “Che bella cosa na jurnata ‘e sole // N’aria serena doppo na tempesta!“. Tutto quello che serve ad una coppia che litiga: ritrovare l’aria serena dopo un piccolo bisticcio.
È l’amore che si nasconde dietro queste parole a rendere la canzone, e la musica, un trionfo intramontabile. “‘O sole mio” è conosciuta in tutto il mondo. Vi elenchiamo le occasioni che l’hanno resa celebre e per farvi capire quanto questi versi riescano ad avvolgere i cuori di qualsiasi etnia in qualsiasi angolo del mondo.
‘O sole mio è una canzone spaziale perché Jurij Gagarin, il primo pilota che volò nello Spazio, la cantò a squarciagola a bordo della sua navicella. Probabilmente pensò che era un ottimo modo per dare notizie di lui e rassicurare tutti che stava bene. Nei 108 minuti in volo avrà pensato che questa canzone sarebbe stata di ottima compagnia e soprattutto un ottimo toccasana per il buonumore. Provateci. Non vi viene da sorridere cantandola già dalle prime strofe?
‘O sole mio è una canzone olimpionica perché ad Anversa nel 1920, le prime olimpiadi dopo la Grande Guerra, al direttore d’orchestra sembrò logico aprire i giochi con la partitura di “‘O sole mio”, convinto che fosse l’inno d’Italia.
‘O sole mio è rock: perché fu Elvis a renderla ancora più nota. Una seconda vita per questa canzone. Il cantante di Menphis la incontra in Germania, durante il servizio militare. Ascolta una versione inglese “Ther’s now tomorrow” di Tony Martin. Una volta rientrato in patria la incide nel 1960. E pensate un po’? Resta in testa a tutte le classifiche musicali per nove settimane ed è stato il singolo più venduto della sua intera carriera.
Tuttavia il re del Rock è più che grato alla nostra città e soprattutto alla canzone napoletana visto che incise in inglese “Surrender” (Torna a Surriento), “Write to me from Naples” (Scrivimi da Napoli).
‘O sole mio è il sogno di tutti i cantanti: diventa d’obbligo cantarla per eternarsi in vita. Da Caruso a Pavarotti, Celine Dion, Andrea Bocelli, ma anche Paul McCartney che la inserisce in “The last temptation of Elvis” e le versioni tedesche e spagnole con “Ich komme wieder” e quella di Azucar Moreno.
‘O sole mio non celebra solo i colori e il calore di Napoli e di tutti i napoletani. ‘O sole mio sottolinea una cosa molto importante: la fugacità della vita e dell’amore inserendosi in un’atmosfera romantica e difficile come è da sempre quella partenopea.
Ecco il testo de “‘O sole mio”
N’aria serena doppo na tempesta!
Pe’ ll’aria fresca pare gia’ na festa…
Che bella cosa na jurnata ‘e sole.
Cchiu’ bello, oi ne’.
‘O sole mio
Sta ‘nfronte a te!
‘O sole, ‘o sole mio
Sta ‘nfronte a te!
Sta ‘nfronte a te!
Se ne scenne,
Me vene quase ‘na malincunia;
Sotto ‘a fenesta toia restarria
Quanno fa notte e ‘o sole
Se ne scenne.
Cchiu’ bello, oi ne’.
‘O sole mio
Sta ‘nfronte a te!
‘O sole, ‘o sole mio
Sta ‘nfronte a te!
Sta ‘nfronte a te!
Cchiu’ bello, oi ne’.
‘O sole mio
Sta ‘nfronte a te!
‘O sole, ‘o sole mio
Sta ‘nfronte a te!
Sta ‘nfronte a te!