L’origine della carte da gioco si perde nella notte dei tempi. Arrivano in Europa nel Medioevo, ma hanno origini molto più antiche rispetto agli sviluppi più attuali.
Furono introdotte nel nostro continente da commercianti Arabi, che a loro volta avrebbero appreso il culto delle carte dagli indiani e gli indiani dai cinesi. Infatti le prime notizie documentate dell’esistenza delle carte da gioco provengono dalla dinastia cinese Tang.
Il percorso è davvero intricato. Venivano ad esempio utilizzate in occidente per l’insegnamento morale e civico e dall’ordine del microcosmo passavano a quello dell’universo. Poi col tempo vennero utilizzate come carte da gioco e da sempre sono state attribuite alle carte napoletane poteri legati alla cartomanzia.
Quelle “italiane” sono diverse da regione a regione. Si parla addirittura di carte romagnole, trevisane, piemontesi, triestine, viterbesi, sarde e via discorrendo. Ma quelle napoletane sono e furono le più diffuse in tutta la penisola. Vennero introdotte nel capoluogo campano sotto la dominazione degli spagnoli, regno borbonico.
Significato dei semi delle carte napoletane
In Italia, addirittura, nel 1393 nacque la corporazione dei “pittori di carte” che provvedevano a moltiplicare a mano, su pergamena o cartone, i soggetti religiosi o profani. Queste carte venivano utilizzate ai fini didattici ecco perché furono introdotte quelle numerali; mentre le figure probabilmente sono state ispirati al gioco degli scacchi: Re, Regina Cavallo.
La simbologia pare si ricolleghi ad un quaternario magico:
– Bastoni: è di tipo augurale. Molto più profano che religioso. Potrebbe indicare la fertilità nella figura fallica del seme o una bacchetta magica, simbolo di comando e dominazione virile. Emblema appunto della potenza generatrice maschile, dunque il padre;
– Coppe: può contenere vino, estasi dionisiaca, ispirazione divinatoria. Ricettività femminile intellettuale e fisica: la madre.
– Spade: è il discernimento che allontana dall’errore. In questo caso, figura religiosa. La spada a forma di croce indica l’unione feconda dei principi maschili e femminile. La fusione degli opposti.
– Denari: si tratta di un disco tentacolare che segna la volontà dell’zione spirituale. Una sintesi che riconduce alla trinità.
In quanto ai disegni le carte napoletane esprimono le fattezze del territorio, e l’antica origine delle stesse, attraverso i disegni. Dipinti da maestri partenopei e popolari è possibile cogliere molti riferimenti. Ad esempio in alcune versioni, il Re di spade prende le sembianze di Re Ferdinando a Napoli, Federico II in Sicilia e poi inizia sempre di più ad assomigliare a Vittorio Emanuele di Savoia. Il 9 di spade, invece, ricolloca l’origine delle carte napoletane a quella araba dove vediamo un cavaliere con scimitarra e turbante, tipico appunto della cultura vestiaria mediorientale.