Perché anche la fiaba di Rapunzel potrebbe avere origini partenopee? È ovviamente solo una supposizione ma ci sono molte coincidenze con una leggenda napoletana che fanno ipotizzare ad una ispirazione nostrana di uno dei racconti più celebri dei fratelli Grim.
Oggi Rapunzel è una star grazie al celebre lungometraggio animato della Walt Disney, ma in pochi sanno che alcune analogie si trovano nella storia di Petrosinella, pubblicata per la prima volta dallo scrittore napoletano Giambattista Basile, nella sua raccola di fiabe e leggende popolari “Lo Cunto de li Cunti”.
Un giorno, tanto tempo fa, una donna napoletana Pascodonzia, in dolce attesa, si affaccio dalla finestra di casa allungando l’occhio sul giardino di un’orchessa che possedeva delle meravigliose piante di prezzemolo. La donna gravida ne ebbe voglia tanto da entrare di nascosto nel giardino e rubarne qualche ciuffo.
L’orchessa malefica però se ne accorse e l’acchiappò. La poveretta tentò di spiegarle che era gravida, e ne aveva tanta voglia e non perché fosse una ladra. Alché l’orchessa la lasciò ad un patto però: alla nascita del figlio, maschio o femmina che fosse stato, glielo avrebbe dovuto consegnare. La donna durante la gravidanza dimenticò la promessa e la sua figlia nacque. Una splendida bambina con un ciuffo di prezzemolo sul petto che le valse il nome di “Petrosina”.
Quando la figlia crebbe, un giorno, incontrò l’orchessa che si raccomandò di ricordare alla madre di una promessa. La bambina lo fece e appena pronunciò le sue parole l’orchessa la rapì. La rinchiuse così in una torre altissima in modo che non potesse più scappare.
Petrosina aveva inoltre delle lunghe trecce dorate che doveva calare fuori dall’unica finestra della torre per consentire all’orca di salire. Un giorno però un bel principe passò di lì. Notò Petrosina affacciata alla finestra e iniziarono a conversare. Sera dopo sera tra i due sbocciò l’amore. Così incominciarono a vedersi di nascosto. Di sera Petrosina versava del sonnifero nelle bevande dell’orchessa e si incontrava con il principe nella foresta.
Purtroppo un giorno una pettegola raccontò tutta a quell’orrenda “donna” che impedì a Petrosina di uscire per sempre dalla torre. La ragazza sarebbe riuscita a scappare solo se avesse trovato tre ghiande all’interno della cucina e Petrosina che ficcava il naso ovunque (Petrosino ogni menesta) le trovò. Scappò così con il suo principe ma l’orchessa prese a rincorrerli nella foresta.
Nel tentativo di fuggire Petrosina le lanciò contro una delle tre ghiande che improvvisamente si tramutò in un grande e grosso cane che incominciò ad inseguire l’orca terribile che però lanciandogli un pezzo di pane riuscì a liberarsi della bestia.
Così Petrosinella lanciò un’altra delle ghiande in possesso, e magicamente si trasformò in un leone che prese a rincorrere l’orca la quale però indossava un mantello d’asino. Il leone si spaventò e smise di inseguirla.
Allora i due innamorati lanciarono l’ultima ghianda contro l’orchessa cattiva. Stavolta comparve un lupo e colse impreparata l’orca che con quel manto venne scambiata davvero per un asino e il lupo la divorò così Petrosina e il suo bel principe finalmente si trasferirono in un regno incantato dove vissero per sempre felice e contenti.