Oggi tutti conoscono la Fanta, l’aranciata della Coca Cola, e la identificano come una tipica bevanda americana, ma in pochi sanno che in realtà è campana al 100%. Ma andiamo per gradi. Una prima forma di “aranciata” fu avanzata dai tedeschi. Durante i moti della seconda guerra mondiale, a causa dell’interruzione degli scambi commerciali con gli USA, il direttore dello stabilimento in Germania, per colmare il vuoto di bevande, decise di inventarne una nuova.
Max Keith utilizzò tutti gli ingredienti che aveva a disposizione e mescolando sidro di mela, marmellata e un po’ di frutta ottenne questo mix inconsueto che battezzò come “Fanta“, diminutivo della parola tedesca “fantasie“. La Fanta però non ebbe molto successo e la sua produzione venne bloccata perché risultò troppo amara.
Le origini dell’aranciata Fanta nata a Napoli
Solo nel 1955 nello stabilimento di Marcianise della SNIBEG – Società Napoletana Imbottigliamento Bevande Gassate – fu creata un altro tipo di aranciata. L’idea nacque dalla mente del Conte Matarazzo: produsse così una bevanda con il succo d’arancia, creando la Fanta che conosciamo noi oggi. Fu un vero e proprio trionfo. La Fanta accoglieva consensi ovunque tanto che indusse la concorrente a stelle e strisce, la Coca Cola, ad acquistare il marchio Fanta nel 1960 e nacque così la prima bottiglia “Ring bottle” con le inconfondibili zigrinature orizzontali.
Oggi la Fanta “campana” è venduta in 190 paesi e esistono più di 70 versioni e di diversi gusti ma quella più famosa, e venduta, resta la Fanta tradizionale, quella prodotta a Marcianise in provincia di Caserta.