Tra i grandi cantautori che hanno scritto canzoni per Mia Martini, per i più intimi “Mimì”, c’è non solo Roberto Murolo ma anche Enzo Gragnaniello che per lei scrisse i versi più belli che abbia mai interpretato nel testo di “Cu ‘mme”.
Gragnaniello non si è mai risparmiato in tutti questi anni: ha sempre parlato e raccontato di Mia Martini conservando un dolce e tenero ricordo per quell’artista che ha dovuto subire la violenza derivata dall’ignorante superstizione che regna sovrana nel mondo dello spettacolo.
In una intervista rilasciata a “Chez Mimì” nel 2013 Enzo Gragnianiello racconta:
La mia Mimì, voglio ricordare come l’ho conosciuta. Mi hanno chiamato due impresari, conosciuti nel napoletano come il gatto e la volpe, al telefono, e mi dissero che volevano farmi sentire questa artista, che io avevo conosciuto di vista già nel 1983, quando eravamo entrambi alla DDD. Me la ricordavo come un’artista interessante ma non la seguivo. Mi invitano ad un ristorante dove trovo questa donna piccolissima con un cappellino in testa che cantava accompagnata da un pianoforte: sono rimasto di stucco nel pensare che potesse trovarsi in quel posto e mi sono fermato attentamente ad ascoltarla, vederla da vicino era emozionante. Ho guardato uno di questi due e con aria di sfottò ho chiesto che ci facesse lei con tutti e due. Non potevo sapere che c’era un grave problema economico per il quale era costretta ad esibirsi in quelle condizioni. Mi ha ricordato quello che ha dovuto fare anche il grande Charlie Parker, costretto a suonare nei luoghi più stupidi per potere vivere. Quando la sentii cantare, ebbi una forte emozione, ascoltai una voce che mi fece venire in mente Janis Joplin.
L’ho vissuta nel momento più allucinante della sua vita. Anche fisicamente non era al massimo, il suo viso trasmetteva sofferenza ed è questa immagine che ho avuto subito di lei, non appena l’ho conosciuta, che mi ha ispirato i versi di Cu’mme, si tu non scinne in funno nun no po’ sapè. Lei sembrava incazzata, con tutti, in realtà era una persona buonissima. Lei era schizzata, ma bella. Era una persona molto intelligente, sensibile e imprevedibile, un’interprete ideale di ogni autore, molto attenta e critica nei confronti dei testi e con una grande cultura , nascondeva una grande sensibilità perché non si può cantare in quel modo, solo le persone che hanno sofferto possono farlo. In quel periodo andavo spesso a casa sua, in Umbria, la sorprendevo a cucinare, a preparare delle torte, mi colpiva la sua spontaneità, il suo riuscire a parlare senza filtri. Era semplicemente innamorata della vita. E così nasce questo grande rapporto forte tra me e lei, una interprete che ha trasformato con il passare degli anni la sua voce, non più quella vocina bella degli inizi, ma capace di vomitare note ed emozioni, e questo è cantare… solo John Lennon ha espresso come lei certe cose in maniera toccante.
Recentemente ha anche rilasciato un’intervista a Fanpage.it
Era l’85, anni in cui stava veramente giù, anche a livello fisico, espressivo, non so: il giorno dopo venne a casa mia con i due impresari, le ho cucinato pasta e fagioli con i frutti di mare e lei cominciò a ridere; quando facevamo i concerti in giro, assieme abbiamo fatto due tournée nei migliori teatri, quando mi presentava diceva ‘Adesso c’è il sole’, evidentemente era quel sole che a lei è mancato per un po’ di tempo, poi sai noi napoletani abbiamo quella caratteristica di sdrammatizzare tutto, di esorcizzare e lei si innamorò di tutto questo.
E in quanto al testo “Cu ‘mme”, Gragnianiello lo scrisse lasciando nulla al caso: “Mimì rappresenta la tempesta e Roberto Murolo il mare con un’alchimia in cui non c’è niente fuori posto. Cantare la parte di Mimì non è facile, non tanto per l’estensione della voce quanto per l’espressione. Nella sua voce e nelle sue vibrazioni c’è qualcosa che va oltre la passione, c’è tutta la malinconia, il sole, il sentimento, la voglia di vivere“.
Enzo Gragnaniello, all’epoca dell’amicizia di Mimì, era più giovane e irruento e se solo qualcuno azzardava a sottolineare quelle voci su Mia e sul fatto che portasse sfortuna, non ci avrebbe pensato due volte a prenderli a schiaffi ed è per questo che con lui un discorso del genere veniva raramente intavolato considerando che avrebbe difeso a spada tratta la sua amica e collega che lui ha sempre reputato una grande artista.