Il nome può trasmerttervi la sensazione di qualcosa che si “annozza ‘ncanna” (quando l’impasto è troppo asciutto e non si deglutisce bene), ma in realtà non è così. La ricetta del papocchio di patate è davvero deliziosa. Si tratta in realtà di un rotolo soffice farcito di provola o scamorza e prosciutto cotto o crudo a seconda dei propri gusti.
Il papocchio non è un grande panzerotto
Il papocchio di patate può darvi l’idea di un grande panzerotto, ma non lo è. Proprio il nome significa “inganno”, “imbroglio” ma un imbroglio saporito che vi farà leccare anche i baffi. Di solito si serve anche come secondo piatto, ma interò può sostituire tranquillamente un pranzo.
Ingredienti
- patate, 500 gr
- uova, 4
- grana, 1 cucchiaio
- scamorza, 200 gr
- prosciutto cotto, 100 gr
- sale
Preparazione
- Iniziare a pelare le patate e grattuggiarle a crudo in una ciotola abbastanza grande. Alle patate aggiungiamo le uova, sale, formaggio grattuggiato e per chi lo preferisce anche un po’ di pepe.
- Dopo aver amalgamato tutti gli ingredienti bisognerà trasferirli in una teglia rivestita da carta forno livellando bene l’impasto e infornando a 180°C per circa 30 minuti. Inoltre per chi volesse una crosticina croccante, prima di versare gli ingredienti amalgamati, spolverare la carta forno di pangrattato.
- Sforniamo il nostro preparato e ricopriamo la superfice per 2/3 ponendo prima le fette di formaggio e poi quelle di prosciutto cotto. Arrotoliano stringendo leggermente (attenzione a non eccedere) e cerchiamo di sigillare anche le estremità chiudendo il rotolo di patate, poi lasciamo che il formaggio si sciolga con il calore ed ecco che il vostro papocchio di patate è pronto per farvi fare bella figura!
Curiosità etimologiche
Papocchio: o impapocchiare deriva da papocchia. Indica pappa molle. In senso figurativo: lavoro o scritto abborracciato, pasticio, pastrocchio e, con altro senso, fandonia, pastocchia, o raggiro, imbroglio e appunto “impapocchiare di chiacchiere”.
Annozzare: “annuzza” significa “semi-soffocamento” dovuto al deglutimento di cibi troppo secchi o andati di traverso. Il medesimo termine si può utilizzare anche per qualcosa che fallisce o non viene realizzato “s’annozza”. Il termine deriva da “nuozzolo” che indica il “nocciolo” della frutta che, se ingerito in maniera incuata, si blocca, s’annozza ‘ncanna!