L’Unione Europea dice No al riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, almeno per i prossimi cinque anni. La privacy rischia di essere intaccata in maniera brutale e per questo si prende tempo per vagliare tutte le possibili soluzioni. A riportare la notizia è Politico.com: sul piano europeo e USA il dibattito circa l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, per questioni di sicurezza, è abbastanza acceso.
L’UE prende tempo per stilare al meglio un quadro normativo che riesca a coniugare le esigenze relativa alla sicurezza con la salvaguardia del diritto alla privacy dei cittadini. Queste nuove tecnologie del riconoscimento facciale dovrebbero servire a contrastare la criminalità e individuare soggetti durante le manifestazioni pubbliche. “La misura dovrebbe servire a prendere tempo, in modo da realizzare un quadro normativo comunitario in grado di coniugare le esigenze del comparto industriale con il diritto alla privacy dei cittadini.“, riporta Politico.com in base alla visione del piano dell’Europa, redatto per ora in 18 pagine.
Riconoscimento facciale per contrastare la criminalità
La criminalità, tuttavia, dovrebbe essere combattuta a monte. L’intelligenza artificiale non è solo un modo di acciuffare i criminali a fatto compiuto? E poi quanto è affidabile questa tecnologia? Molti studi hanno tuttavia sottolineato che questi algoritmi possano rivelarsi inefficienti in diversi casi. Con buon senso e intuito anche un cittadino comune, e non un ingegnere, potrebbe arrivarci da solo: con l’arte del travestimento molti potrebbero modificare la propria identità. Un gioco di ombre, un’inquadratura sbagliata e si rischia di fare flop nell’identificazione creando anche non pochi danni. Probabilmente è questo il motivo per cui l’Europa tentenna.
Accettare di essere violati nella privacy per un mondo più sicuro?
Senza chiedercelo dovremo tutti accettare di essere violati, anche in minima parte, per il bene della sicurezza? Questo stato di sorveglianza, questa sorta di Grande Fratello Pubblico, andrebbe anche a rivelare il nostro umore, i nostri stati d’animo mentre passeggiamo per strada senza l’intenzione di rovinare la vita al prossimo.
A ogni modo il divieto dovrebbe interessare eccezioni specifiche per il riconoscimento facciale e compreso nella ricerca e nei progetti legati alla sicurezza pubblica. La volontà è quella di nominare un’autorità nazionale come organo di controllo e sorveglianza circa l’implementazione di questa nuova tecnologia. Se servisse a contrastare mafia, camorra, giri di cocaina internazionale, in quel caso… che ben venga!