È una storia a lieto fine sì, ma che fa storcere comunque il naso. In Italia purtroppo accadono cose del genere. La solidarietà un uomo l’ha pagata a caro prezzo. Si tratta di un operaio capomacchine della Marcegaglia di Ravenna che per ben 32 volte, ha probabilmente per i suoi datori di lavoro, avuto la pessima idea di aiutare un collega in difficoltà economiche cedendogli il suo badge per consentirgli di pranzare e risparmiare 6 euro di pasto al giorno.
L’azienda del capomacchinista ha così deciso di metterlo alla porta. L’atto ingiusto però si è scontrato con l’operaio che non si è dato per vinto facendo ricorso. Il giudice per fortuna ha accolto l’istanza e ha ordinato il reintegro del dipendente. La decisione del giudice pare abbia messo in evidenza l’irrisorio danno economico che l’operaio avrebbe mosso nei confronti dell’azienda “da non poter fondare in alcuno scenario interpretativo possibile una lesione del vincolo fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore”.
Tuttavia anche Marcegaglia è stato condannato al pagamento di un’indennità pari all’ultima retribuzione. Per quanto riguarda il “danno” mosso dall’operaio è quantificabile in soli 19 centesimi a pasto pari a 6,08 euro e non a 12672 euro come calcolato dall’azienda.
Ma qual è la storia?
Un operaio di 28 anni, un lavoratore modello impiegato da 9 anni nell’azienda, aveva scoperto che la sua compagna aspettava un figlio. Così decidendo di trascorrere più tempo con lei, durante la pausa pranzo decise di cedere il suo badge ad un facchino esterno dopo aver saputo delle sue precarie condizioni economiche senza per mettere in conto che avrebbe pagato a caro prezzo il suo atto di generosità.