L’ultimo appuntamento di “Città Segrete“, format di divulgazione scientifica della Rai, ha destato non poche polemiche. Il conduttore, lo scrittore e giornalista Corrado Augias, si è occupato di Napoli. Telespettatori e non solo però non hanno gradito il modo in cui ha affrontato certi temi che sembrano non avere a che fare con la cultura “segreta” e millenaria della città partenopea.
Corrado Augias, troppi stereotipi?
Corrado Augias è stato oggetto di diversi attacchi. Per la maggior parte dei telespettatori napoletani ha solo danneggiato l’immagine della città affrontando argomenti triti e ritriti che non hanno nulla a che fare con il capoluogo campano. Troppi stereotipi e troppo spazio a vicende che non entrerebbero di diritto nella storia visto che si tratta ancora di cronaca, da Cutolo a Maradona, anche se quest’ultimo in vita era già leggenda.
Lo scrittore ovviamente è dovuto scendere in campo per “difendersi”. Come dichiarato ai microfoni di Fanpage: “Se vogliamo migliorare la realtà, bisogna in primo luogo affrontarla e raccontarla e da quella partire. Offendersi è un sentimento inutile.” Corrado Augias ha riconosciuto il genio di Cutulo per aver fondato la NCO, ovviamente un genio in senso negativo che ha fatto solo del male alla società.
Maurizio De Giovanni prova a chiarire al situazione
Un occhio un po’ troppo critico quello dei partenopei? Maurizio De Giovanni, lo scrittore napoletano non ha preso le difese della puntata ma ha cercato di sottolineare quanta retorica possa aver attraversato il racconto di Augias, non trovandolo però offensivo. Raggiunto da Fanpage.it ecco cosa ha dichiarato il papà de Il Commissario Ricciardi:
È una raccolta di episodi riguardanti periodi diversi e personaggi diversi che hanno in comune il fatto di essersi svolti all’interno di questo territorio. Se uno la guarda così io non ci ho trovato niente di offensivo, certo, retorica, luoghi comuni, superficialità, ma questo lo sappiamo bene. Molto drone, molta visione dall’alto, molta iconografia. Anche sui personaggi raccontati, quindi Maradona, Masaniello, Cutolo, la Gentileschi invece di Caravaggio che sarebbe stato un luogo comune ancora più forse superficiale.
Si poteva fare molto di meglio, però non l’ho trovato un racconto offensivo di questa città. L’ho trovato uno dei racconti di questa città che si possono fare guardandola dall’esterno. Un racconto per chi non ci vive, da chi non ci vive. Avendo visto Milano, Roma, Firenze, non ne ho riportato l’impressione come se ci fosse una tesi, cioè che fosse un racconto a tesi sostanzialmente negativo. Io l’ho trovato un racconto frammentario, un po’ superficiale molto iconografico, ma non irritante, non offensivo. Anche godibile guardandolo di seguito, non l’ho trovato noioso e non l’ho trovato offensivo. Superficiale, retorico sì, ma non offensivo.