La confessione choc di Mariano Cannio a seguito dell’omicidio del piccolo Samuele, il bambino precipitato dal terzo piano della sua abitazione in via Foria, a Napoli. Samuele aveva solo 3 anni e ha trovato nel collaboratore domestico della sua famiglia, il proprio omicida. Cannio ha 38 anni e ha confessato. Il suo racconto è di una lucidità estrema e ha inoltre raccontato che la famiglia Gargiulo non sapeva nulla dei suoi disturbi psichiatrici.
Dopo che ho fatto cadere Samuele non mi sono nemmeno affacciato perché ho avuto paura, infatti mi sentivo in colpa per quello che era accaduto essendo consapevole di esserne la causa. Appena ho udito le urla provenire da sotto sono scappato e mi sono diretto nel vicino quartiere Sanità dove ho mangiato una pizza, infatti avevo una fame nervosa scaturita dalla paura. Dopo aver mangiato la pizza verso le 13,30 circa, sono tornato a casa e mi sono messo sul letto a riposare, dopo un poso sono sceso nuovamente e ho raggiunto via Duomo dove a un bar ho bevuto un cappuccino e mangiato un cornetto. Ho fatto poi ritorno a casa dove sono stato trovato dai poliziotti. Voglio precisare che avevo sempre addosso gli abiti di quando ero a fare le pulizie a casa Gargiulo.
Una confessione da brividi quella di Mario Cannio e riportata dai quotidiani locali. L’uomo ha infatti precisato di essere in cura presso il centro di igiene mentale di via Santa Maria Antesecula: “Vengo seguito dal dottor Tuccillo che mi ha riferito che sono affetto da schizofrenia. Il dottore mi ha prescritto una cura che prevede un’iniezione al mese del farmaco Xeplion 100 che faccio al centro di igiene mentale. Questo mese mi è stata somministrata la dose prevista. Non ho detto alla famiglia Gargiulo che ero in cura presso il centro, tantomeno che soffrivo di schizofrenia.”