L’anno bisestile, cosa c’è di più oscuro e incomprensibile? In realtà proprio nulla ma ogni volta, puntualmente, andiamo alla ricerca della sua origine, del significato e del perché lo definiamo così ma soprattutto in quale anno cade. L’appuntamento con questo particolare anno non è inevitabile ed è meglio se impariamo a conviverci, superstiziosi o meno che voi siate.
L’anno bisestile ogni quanti anni cade?
In realtà l’anno bisestile non si calcola o meglio: cade ogni quattro anni per un calcolo matematico legato al moto della terra, ovvero al tempo che impiega il nostro pianeta nell’effettuare un giro completo intorno al sole e che ci “costringe” all’anno bisestile, ovvero all’aggiunta di un giorno nel nostro calendario che da 365 passa a 365 quando Febbraio termina il 29 febbraio anziché il 28.
Il calcolo
Ritorniamo al tempo che impiega la terra ad effettuare il giro intorno al sole. La durata precisa è di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi. Va da sé che non si tratta di un tempo preciso visto che le nostre giornate convenzionalmente scandiscono un orario ben preciso di 24h. Questo perché il nostro è definito calendario civile, esattamente quello che utilizziamo per prendere appuntamenti, ricordare date importanti e compagnia cantante. Il moto di rivoluzione che invece impiega la terra è definito anno (calendario) solare e la sua differenza temporale, ovvero quelle 5 ore, 48 minuti e 45 secondi che accumula ogni anno, sono aggiunte al nostro calendario civile una volta ogni 4 anni con un giorno in più nel mese di febbraio.
Perché febbraio ha 29 giorni ogni 4 anni?
La differenza temporale, ovvero le ore in più di cui abbiamo parlato sembrano irrisorie, ma accumulate ogni anno potrebbe verificare uno slittamento delle stagioni. Questa è la semplice, ma importante ragione, che ci costringe ad aggiungere un giorno in più al nostro calendario civile ogni 4 anni.
La storia dell’anno bisestile
L’anno bisestile nasce due millenni fa, ad essere precisi nel 46 a.C. sotto il regno del primo imperatore romano Giulio Cesare. Sotto suggerimento di Cleopatra l’imperatore si rivolse ad un noto astrologo di Alessandria, un tale Sosigene, che gli suggerì di aggiungere ogni quattro anni un giorno in più al calendario, ovvero agli anni la cui la numerazione era suddivisibile per quattro e da qui anche il nome di calendario giuliano. Per questo motivo i romani aggiungevano un giorno in più dopo il 24 febbraio che chiamavano ante diem bis sextum Kalendas Martias (sesto giorno prima delle Calende di marzo); il giorno aggiuntivo si chiamava bis sexto die (sesto giorno ripetuto) da cui l’aggettivo “bisestile”. Oggi i giorni di febbraio vengono semplicemente numerati a partire da 1, per cui normalmente si considera che il giorno aggiunto sia il 29.
Qual è la differenza oggi?
Il calendario giuliano nel corso dei secoli è stato migliorato, in particolare sotto il pontificato di Papa Gregorio XIII e da qui appunto deriva il nome del calendario Gregoriano. Andato in vigore nel 1582 imponeva che l’anno bisestile cadesse in due occasioni: negli anni non secolari il cui numero è divisibile per 4; negli anni secolari in cui il numero è divisibile per 400.
Perché il calendario gregoriano applicò questo ulteriore calcolo degli anni secolari divisibili per 400 al calendario giuliano? perché il calcolo era imperfetto. Il calendario giuliano negli anni aveva accumulato un ritardo di 10 giorni sull’anno solare. Per fissare questo “bug” al calendario l’intero occidente si coricò la sera di giovedì 4 ottobre e si risveglio il venerdì 15 ottobre, cancellando di colpo 10 giorni rimediando così agli errori del vecchio calendario.
Il prossimo anno bisestile quando sarà, il 2020?
A questo punto spero che il concetto, o meglio il calcolo, sia abbastanza chiaro. E il prossimo anno bisestile, immediato, sarà proprio il 2020 in quanto divisibile per quattro e in quanto l’ultimo trascorso prima del prossimo è astato appunto il 2016 con 366 giorni invece di 365.
Leggenda “anno bisesto anno funesto”: porta sfortuna o porta fortuna?
Un detto calza a pennello, per chi è scaramantico, e recita così: “Anno bisesto anno funesto“. La superstizione deriva ancora una volta dalla romanità e alle tradizioni pagane. Febbraio in particolare è il mese dedicato alla celebrazione dei defunti. Dall’influenza di queste pratiche nel corso dei due millenni trascorsi, l’uomo ricorda le grandi tragedie avvenute in questo particolare mese dell’anno rispetto agli altri. Ad esempio nell’anno bisestile del 1492 fu portatore di grandi epidemie come la peste e il colera.
Un altro esempio di anno bisestile particolarmente tragico è quello del 1960, caratterizzato da una tragedia come il terremoto nella città marocchina di Agadir che uccise un terzo della popolazione. Un altro terremoto “bisestile” quello del Friuli del 1976 e nel 2004 il tragico tsunami che travolse le popolazioni dell’Oceano Indiano, o ancora nel 2016 il terremoto di Amatrice. Tante altre tragedie però sono accadute in anni non bisestili e purtroppo capitano tutti i giorni. Come ad esempio l’attentato alle Torri Gemelle nel 2001 e il tragico terremoto dell’Aquila che ha mietuto tante vittime nel 2009.
Etimologia, anno bisestile significato: dal latino bisextus “due volte sesto”, secondo l’uso romano di contare due volte, negli anni b., il 6° giorno prima delle calende di marzo (giorno bisesto), cioè il 24 febbraio.