A prescindere dai gusti e dalle polemiche innescate in questi giorni per il “Natale in Casa Cupiello” di De Angelis che vanta nel cast Sergio Castellitto nel ruolo di Lucariello, un po’ per curiosità o per gradimento, la tragi-commedia eduardiana ha stravinto la serata con un indice di gradimento share del 23,89% pari a 5.636.000 telespettatori.
La commedia ha diviso le opinioni dei telespettatori e del web. In questo film tratto dalla commedia più celebre di Eduardo De Filippo, ci siamo imbattuti in una famiglia più borghese, di rango un po’ più elevato e di conseguenza anche la reinterpretazione dei personaggi è cambiata. Ci siamo trovati di fronte un protagonista urlante a arrabbiato, lontano anni luce dalla ironica gentilezza di cha dato i natali a questa sceneggiatura.
Ecco il commento riportato da Il Mattino da parte di Maurizio Honorato che ha recitato in ben sette commedie di Eduardo De Filippo
Il suo Luca quando si arrabbia, urla nella commedia, invece Luca/Eduardo non urla mai, ha un tono sommesso. E poi nel lavoro c’è un’ironia di fondo che non c’è in questa versione. Non si ride e forse questa è stata una scelta stilistica precisa. Perché Castellitto è un ottimo attore ma gli manca il senso comico. Hanno deviato su un altro Luca Cupiello
Marisa Laurito: “Caratteri dei personaggi stravolti”
Marisa Laurito analizza invece tutte le falle della trasposizione filmica televisiva, lei che è stata nel 1977, la giovanissima Rita:
Sono stati stravolti i caratteri dei personaggi ed è diventata così un’altra commedia. Anche Shakespeare è stato ambientato in altre epoche ma non sono stati manomessi i caratteri di Otello o Re Lear. Luca Cupiello è un uomo ingenuo, un bambino, un poeta, e perciò gli viene un coccolone quando scopre i guai della famiglia, invece è stato rappresentato come un uomo che si arrabbia, violento, che ha una grande forza. E quindi non può crollare così. Un altro tradimento riguarda il fatto che tutta l’opera eduardiana ha come cifra il dramma che sfocia nella comicità. E in questa edizione non c’era nemmeno l’ombra della comicità. Non c’era una battuta. La lettera di Natale di Tommasino è un capolavoro comico e faceva ridere di continuo con i duetti tra Luca De Filippo, Gino Maringola nei panni dello zio, e gli interventi di Eduardo. Ma in questo caso non si è riso mai. Perché il personaggio di Castellitto si prendeva troppo sul serio. Gli attori sono stati bravissimi, ma non capisco per quale motivo ricercare l’originalità a tutti i costi quando c’è un testo così potente e quando si hanno a disposizione attori di questo livello. Io non lo trovo necessario.