Maria Sofia di Wittelsbach, sorella della leggendaria Sissi, andò in sposa all’ultimo e giovane re di Napoli, Francesco II di Borbone. Bella e impavida, si impegnò in prima linea nella battaglia di Gaeta per respingere il nemico. L’invidioso Savoia, da Cavour a Garibaldi, anelavano Napoli per indebolirla appropriandosi di ogni pregio, bene materiale e immateriale a favore di un più glorioso Nord che con il regno Borbonico ancora in piedi, e l’amore che i napoletani provavano per esso, non sarebbe mai diventato così forte e potente.
Tutto si può dire tranne che i napoletani non lottarono. I partenopei non si lasciarono demotivare dagli sciocchi mezzucci utilizzati per denigrare i reali del Sud. A Gaeta Maria Sofia si batté in prima linea come infermiera tra i feriti. Nonostante la giovane età si dimostrò impavida tra i cannoni combattendo accanto al popolo. Non mollò mai, nemmeno per un istante, diventando un punto di riferimento per i soldati.
La fake news contro i Borboni
Tuttavia anche dopo la conquista, i tre compari del Nord non sentirono ancora sicura quella “vittoria” ottenuta grazie ad un turbinio di sangue e saccheggiamenti. Così “qualcheduno” mise in giro la più infida delle dicerie o becero gossip, addirittura potremo definirla un “fake news“. L’invidia, la paura nei confronti del seguito che i Borboni vantavano a Napoli, portarono ad attribuire a quella principessa guerriera, dal sangue bavarese, prole adulterina concepita con amanti anarchici, figli inesistenti e non solo.
Il primo fotoritocco della storia
Il più malvagio dei tentativi denigratori, ai tempi dell’Unità d’Italia, può essere considerato anche il primo fotoritocco della storia. Per questo motivo nel 1862 i coniugi Antonio Diotallevi e Costanza Vaccari furono processati. Nei primi anni della fotografia distribuirono scatti in cui montarono la testa della regina sul corpo di una giovane prostituta. Queste immaginette circolarono per mezza Europa, dal papa all’imperatore d’Austria, da Napoleone III allo Zar. Gli artefici, esecutori e/o mandatari del fotomontaggio colpirono Maria Sofia nella morale più che sferrare un attacco politico.
Questi mezzucci di bassa lega però non incantarono i napoletani che intuirono il fine diffamatorio. Il sentimento che il capoluogo campano nutriva nei confronti dei reali era sincero e anzi, anni dopo, emerse che più di sentirsi offesi, i partenopei, si sentivano inorgogliti nel ricordare la monarchica nella sua straordinaria e giovane bellezza.
Fonti e approfondimenti
- Brigantaggio.net;
- “101 Storie su Napoli che non ti hanno raccontato” – A. Palumbo
- “L’invenzione dell’Unità d’Italia” – R. Martucci