Oggi ricorre il 121esimo anniversario dalla nascita di Eduardo De Filippo. Uno dei migliori drammaturghi del secondo Novecento e uno dei pochi rappresentato anche all’estero. Oltre alle sue opere, De Filippo, ci ha lasciato delle grandi lezioni di vita racchiuse anche in breve frasi. Ecco quelle che abbiamo scelto per voi oggi, da condividere e ricordare.
Frasi dei Eduardo De Filippo
- Gli esami non finiscono mai;
- Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male;
- C’è un’altra cosa che non dice bugie: ‘a morte.
- Ogni minuto muore un imbecille e ne nascono due;
- Si ‘a guerra se perde l’ha perduta ‘o popolo; e si se vence, l’hanno vinciuta ‘e prufessure;
- Sono religioso a modo mio. Io so che mi trovo qui per una ragione, e questo è già sufficiente. Se non mi è stato spiegato perché sono venuto, vuol dire che non lo devo sapere.
- L’uomo non è cattivo, ha solo paura di essere buono;
- Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male;
- Con la tecnica non si fa il teatro. Si fa il teatro se si ha fantasia;
- La gestualità di noi napoletani è data dalla necessità di esprimerci, di farci capire senza l’uso della parola. Come avremmo fatto a comunicare con turchi, spagnoli, tedeschi, francesi, non potevamo mica ogni volta imparare la lingua;
- A vita è tosta e nisciuno ti aiuta, o meglio ce sta chi t’aiuta ma una vota sola, pe’ puté di’: “t’aggio aiutato”.
- Totò era del rione Sanità, io lì andavo a scuola, ci vedevamo spesso anche prima di lavorare insieme. Quella era la Napoli dei napoletani, della gente umile, dei venditori, dei negozi di cibarie. Qualsiasi cosa Totò toccasse diventava incantata. Aveva una sensibilità straordinaria, era un grande osservatore. Le maschere napoletane e la nostra commedia dell’arte sono passate attraverso Totò;
- In qualunque mestiere, in qualunque professione è bene tenere conto di questo: chi lavora egoisticamente non arriva a niente. Chi lavora altruisticamente se lo ritrova, il lavoro fatto.
- È proibito dare consigli quando la gente non li chiede;
- I fantasmi non esistono. I fantasmi siamo noi, ridotti così dalla società che ci vuole ambigui, ci vuole lacerati, insieme bugiardi e sinceri, generosi e vili;