Esiste un’antenata della pizza napoletana. Quella che gustiamo oggi, nata alla fine dell”800, ha in realtà un’ava molto antica da ricercare ancor prima della scoperta dell’America. Dunque quando il pomodoro non fu ancora importato dal Nuovo Mondo nel 1492.
In Rua Catalana (ci si arriva percorrendo via Medina) nell’ultimo decennio del ‘400, nasceva la bottega di un certo “Mastro Nicola”. Si trattava di una piccola taverna di cucina casereccia che rifocillava, ogni giorno, i numerosi artieri ed artigiani della zona. La pietanza era una sorta di focaccia condita con strutto di maiale, abbondante formaggio pecorino, guarnita con basilico e infornata come l’attuale pizza napoletana.
Questo tipo di pizza viene ancora definita la pizza alla mastunnicola, un nome che alcuni studiosi addirittura reputano come fittizio per cercare di dare una paternità, una discendenza, alla pizza.
Tuttavia, ad avere la grande idea, come un uomo di marketing che anticipò i tempi, fu il pizzaiolo Raffaele Esposito. A mo’ di startup la lanciò così… sfruttando il nome della regina Margherita di Savoia; inventò quella ricetta che oggi è conosciuta in tutto il mondo. La pizza Margherita, napoletana, fu realizzata per la prima volta nella pizzeria Brandi nel 1889.
Uno studio grezzo di food packaging, ed ecco che le fette di mozzarella tagliate a forma di petali stese su un letto di pomodoro hanno fatto la fortuna di tutti i napoletani nel mondo tanto da creare una professione a parte per cucinare questa eccellenza gastronomica partenopea. Ovviamente, con l’approvazione della regina, e con il suo potere comunicativo, la pizza ha viaggiato in tutto il mondo.