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venerdì, Novembre 22, 2024
Homestoria e leggendeFede e superstizione napoletana a tavola: "No!" al pane capovolto

Fede e superstizione napoletana a tavola: “No!” al pane capovolto

Sono tante le superstizioni di origine partenopea, o che tuttavia sono molte più sentite che altrove. Un esempio è quello del pane capovolto a tavola che assume un significato diverso in base alla fede cristiana.

Per chi nasce Napoli sono tante le superstizione, scaramanzie e via dicendo, che acquisisce durante il suo percorso di crescita. Alle volte queste fanno parte del quotidiano e alle volte rientrano in quella categoria “occasionale”. Un esempio? “Non passare sotto la scala” si dice porti sfortuna.

Fede e superstizione napoletana, a tavola: "No!" al pane capovolto

Il significato del pane capovolto a tavola: gesto porta sfortuna

Una superstizione che invece vale a tavole, e che viene tutti i giorni affrontata, è quella del pane. Qualsiasi napoletano sa che il pane non va mai posto sotto sopra: porta sventura. Molte superstizioni profane sono state accolte dal cristianesimo cambiandone il senso, ed è proprio quello che è accaduto al pane.

Sotto il misterioso punto di vista profano il pane capovolto pare sia ambasciatore di sfortuna e si abbatteranno diversi grattacapi per chi si macchierà dell’incauto gesto. Dal punto di vista della fede cristiana il pane simboleggia il corpo di Cristo, come si evince dall’Ultima Cena, dunque capovolgerlo a tavola significherebbe capovolgere anche il corpo e il volto del Salvatore.

Un’altra credenza, invece, del tutto umana, risale al VII secolo quando il re di Francia Carlo VII costringeva i fornai a nutrire i boia. Questi, per protesta, fornivano loro del pane scadente e per capire quale fosse quello buono era consuetudine capovolgerlo.

Ad ogni modo, a Napoli, dove le tecniche del riciclo sono attive in tutti campi, non poteva di certo mancare il pane. A rischio di gettarlo il pane a tavola non dovrebbe mai mancare per un napoletano che tuttavia vanta di diverse “tecniche” di reimpiego.

Il pane che avanza, o magari un po’ sereticcio, viene utilizzato per preparare il ripieno delle polpette colo sugo o fritte. Si può fare il pane grattugiato e se proprio non si sa come impiegarlo, prima di gettarlo, chi si sta per effettuare il gesto lo bacia prima di abbandonarlo nella spazzatura. Insomma a Napoli il pane è una cosa sacra, soprattutto perché con un solo e unico “pasto” come il pane, si sfamavano famiglie intere in tempi di magra e soprattutto di guerra.

E in fin dei conti Paese che vai “superstizione” che trovi: ad esempio canadesi benedicono il pane prima di infornarlo; mentre gli ebrei gettano una pallina di pasta di pane nel forno, prima di cuocerlo, per offrire il primo pezzo a Dio. In Russia si fanno gli auguri con il pane. Chi lo riceve in dono non dovrà mai tradire il donatore; in Polonia invece, la sposa, finita la messa, dona agli invitati delle bambole di pane con all’interno una moneta come augurio.

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