Senza identità criminale, piccoli eserciti di teppisti nati dal nulla ma che si sono impadroniti del territorio con una “una quotidiana violenza più che mai esibita, utilizzata quale strumento di affermazione e assoggettamento ma, anche, di sfida verso gli avversari”.
A riportare la notizia è Il Mattino. Si tratta della relazione semestrale della Direzione nazionale antimafia (prima metà del 2017) trasmessa alla Camera e che rivela: “è fornito dall’età dei singoli partecipi, sempre più bassa, non disgiunta dalla commissione di atti di inaudita ferocia, anche dovuta a una percezione di impunità, tanto da indurli a un esordio criminale addirittura da adolescenti”.
I dati sono impressionanti. Tra Napoli e provincia risultano ben 89 clan e che si concentrano nelle zone in cui vi è una elevata densità abitative. Il centro nevralgico e più pericoloso è il centro storico di Napoli e le sue periferie e dove sono stati registrati conflitti a fuoco e scontro nei confronti di passanti indifesi.
Se ci facciamo due calcoli la colpa dunque non è da attribuire alla serie tv Gomorra. La paranza dei bambini emerge in questa terza stagione andata in onda su Sky da poco. La relazione della DIA, invece, risale a più di sei mesi fa quando il sistema della paranza era già bello che attivo.